PROLOGO: Isola di
Bonneterre, nord di Hispaniola, Oceano Atlantico
…O meglio, sotto le acque al
largo delle sue coste.
Doveva essere una missione
relativamente facile. Gli eroi a pagamento erano stati assunti dal Governo degli
Stati Uniti per indagare su uno strano fenomeno avvenuto in concomitanza con il
terremoto di Haiti: i suoi abitanti erano caduti, contemporaneamente, ognuno di
loro, in uno stato di morte apparente, per ragioni sconosciute.
Temendo si potesse trattare
del risultato di un esperimento segreto sfuggito al controllo a causa del sisma
che aveva toccato anche quel fazzoletto vulcanico di terra, il Pentagono aveva
chiesto ai Giustizieri di raccogliere quanti più dati possibile, con la massima
discrezione. Ogni ipotesi era aperta, e non potevano rischiare di scoperchiare
un potenziale barattolo di vermi, se si fosse scoperto un laboratorio dell’AIM,
o una base terroristica dell’Hydra o che altro.
Ma non c’era stato il tempo di
fare alcunché con quella scoperta, perché gli abitanti ‘deceduti’ dell’isola si
erano risvegliati all’improvviso, sopraffacendo gli agenti sul campo Tygur e Sabre. Contemporaneamente, un immenso viluppo di tentacoli era
emerso dal fondale, e ad una velocità impossibile aveva avvolto il Groizer X in
una stretta mortale, trascinandolo poi sul fondo.
Dal quale non era ancora
riemerso…
MARVELIT presenta
JUSTICE, INCORPORATED
Episodio 23 – Il Segreto dell’Isola
“Rapporto,” disse Garolfo Riccardo degli Abruzzi,
responsabile del settore R&S nonché membro del CdA della Justice Inc.,
apparendo sulla console della cabina di pilotaggio.
Lucas Skyler Wolf, pilota
principale della fortezza, scosse la testa. “Lo Scudo Tachion tiene, ma non possiamo continuare troppo a lungo, non
andiamo a moto perpetuo! Lo scafo non ha subito danni, ma quella schifezza
rimane all’interno dei propulsori. Le porte stagne reggono, ma ripeto, non la
definirei una condizione permanente!” E non aggiunse che non era neppure sicuro
che lo scafo stesso tenesse. La struttura vibrava pericolosamente… “Occavolo.”
“Cosa? Che succede, adesso?”
“Guardi anche lei, se le va,”
disse uno dei copiloti, Elsa Bauer,
passando l’immagine che capeggiava sullo schermo principale: un paio di enormi,
malevoli occhi scintillanti. Splendevano come fuochi dalla caverna da cui spuntavano i tentacoli.
E nonostante lo scudo di
energia consumasse la materia con cui veniva in contatto, questo non impediva
ai tentacoli di mantenere la loro tremenda morsa…
“Qualunque cosa sia, ha un
fattore di rigenerazione assurdo,” disse Garolfo. “Pensi di poterlo combattere,
Lucas?”
“Fategli mollare la presa il
tempo necessario a passare alla modalità da combattimento e ve lo faccio
vedere!”
Garolfo osservò un’altra
schermata allarmante: la materia rimasta all’interno degli sfoghi dei
propulsori dopo l’attivazione dello Scudo non si stava rivelando meno inerte.
La sua massa si stava espandendo minuto per minuto, e presto avrebbe sfondato
anche le paratie… “Capitan Power,”
disse senza voltarsi “fai quello che puoi per farci guadagnare quel tempo.”
“Subito, capo!” L’eroe in
rosso e blu spiccò un balzo e attraversò il soffitto come un fantasma.
Garolfo si voltò. “Dragoneer, ho bisogno di te per... Ma
dov’è?”
Chemistro, uno dei quattro
nuovi acquisti del gruppo, indicò il corridoio con un pollice. “Ah, era già
andato.”
Correva ad una tale velocità
che i passi metallici dei suoi stivali suonavano come un continuo tintinnio.
Raggiunta la paratia, si
fermò. Vide che lo spesso metallo bianco era già pericolosamente incurvato
sotto la pressione. “Quanto è estesa questa massa?” chiese nello skincomm.
“Li ha completamente riempiti,
e sta causando danni strutturali,” rispose la voce di Lucas. “Già così non
possiamo volare!”
“Capisco. Aprite la paratia.”
“Cosa!? Si riverserà completamente di fuori, ci farà a pez—“
“Apritela,” ripeté Dragoneer.
Calmo.
Un attimo di pausa, poi Elias Cordell, il terzo dei quattro
piloti, disse, “Lo faremmo volentieri, ma la distorsione del metallo ha
inceppato i meccanismi. Si aprirà quando scoppierà
sotto quella pressione.”
“Non intendo aspettare tanto.”
L’uomo nel cui sangue scorreva l’essenza degli antichi draghi tese le mani. Le
prime fiamme danzarono rapidamente su di esse…
Una tremenda vampata scaturì dallo sfogo del
propulsore di sinistra, trascinando con sé frammenti inceneriti della materia
che lo ostruiva.
“Come accedo all’altro
propulsore?” chiese Dragoneer, di fronte ad un buco fumante che poco prima era
stata una paratia antifiamma spessa
“La porta alla tua destra.”
Lucas deglutì. “Bel colpo, fra parentesi.”
Il secondo successo di
Dragoneer fu annunciato dalla fiammata che apparve sullo schermo. Le luci verdi
riempirono una parte del quadro propulsori.
“E questa è andata,” disse
Lucas. “Speriamo che Cap faccia subito la sua parte… Ma che sta aspettando,
maledizione?”
Capitan Power, circondato da
una bolla delle proprie energie, si diresse verso l’imboccatura della caverna.
Nuovi tentacoli schizzarono
velocissimi verso di lui. Li incenerì con i propri colpi ottici, ma quelli si
rigenerarono rapidamente.
Come temeva, era inutile
mirare alle sole appendici che trattenevano il velivolo: non avrebbe guadagnato
abbastanza tempo. Doveva prima fare venire un po’ il mal di pancia al loro
anfitrione…
Capitan Power sorrise, mentre
le sue mani crepitavano di energie. “Arriva la medicina, cocchino!” E sparò un
unico colpo di un’intensità abbacinante contro la cosa nella caverna. I
tentacoli sul suo percorso furono atomizzati…
Il ruggito di dolore del
mostro si trasmise come un’onda d’urto. I tentacoli che avvolgevano la fortezza
si ritirarono quasi immediatamente.
Lucas non perse tempo.
“Attivazione Modulo Groizer-Robot!” disse all’interfono. “Signori, reggetevi.”
Le ali del velivolo
rientrarono all’interno dello scafo, verso quelle che erano le spalle del
super-robot.
Le braccia si estesero.
La sezione di coda si estese,
mentre le placche di contenimento si ritiravano lungo le gambe. I coni dei
propulsori rientrarono nei piedi, così come fecero i lanciamissili con il
bacino.
Le placche poste sull’addome
rientrarono a loro volta.
Infine, la testa si spostò sul
collo.
In quel momento, dalla caverna
emerse la creatura in tutta la sua grottesca gloria: una massa semi-informe di
materiali -limo, roccia, alghe- dotata di braccia e gambe tozze, come se il
loro sviluppo ad un certo punto si fosse arrestato.
Il Groizer X si sollevò in
piedi proprio mentre il mostro della caverna si preparava ad attaccarlo
nuovamente.
“X-PULSER!” comandò Lucas. La grande ‘X’ dorata che spiccava sul
torace della macchina s’illuminò come una stella, e lanciò un colpo di energia
che travolse i nuovi tentacoli.
Il mostro fu colpito in pieno.
L’energia scavò un cratere nelle sue carni, e di nuovo il mostro fece tremare
l’acqua con il proprio dolore. E, di nuovo, la ferita iniziò a guarire come una
pazzesca moviola.
“Ho incontrato lo stesso
problema,” disse Capitan Power rientrando. Si asciugò la fronte dal sudore
freddo. “E ci avevo dato dentro.”
“Hai fatto quello che potevi,”
disse Garolfo. “Ora speriamo che
“Lo è, gente!” disse Lucas
nell’interfono. “Restate ben attaccati alle vostre cinture. Questa sarà una
cavalcata tosta.”
“Che intendi fare?” chiese Matt Slade V, il quarto pilota. “Abbiamo
usato una delle nostre armi migliori.”
Lucas si fece cupo in volto.
“Di sicuro non intendo passare la prossima ora a collaudare tutti i nostri
mezzi offensivi, non quando ne abbiamo già uno più che adatto!”
Il lato destro del bacino si
aprì, rivelando un lanciamissili. Niente di minaccioso..
“MISSILE NOVA!”
L’ordigno fu avvolto da un
campo di energia così brillante da trasformarlo come in un globo oblungo. Partì
velocissimo, diretto contro il cuore del mostro, superando come una freccia i
tentacoli troppo lenti. Solo uno sembrò poterlo afferrare…e l’energia lo
incenerì.
Il missile penetrò nella densa
sostanza del mostro come nel burro. Un attimo dopo, un nuovo sole si accese
nelle profondità marine, e il mostro si dissolse nella spaventosa esplosione
che seguì!
La potenza di quasi 1 kiloton,
cuore dell’arma finale del Groizer X, sollevò una vasta colonna d’acqua, fiamme
e resti organici polverizzati. Il molo e la spiaggia scomparvero sotto un’onda
anomala. Una pioggia calda batté una fetta dell’entroterra.
Poi, le acque si placarono, e
tornò il silenzio...
E infine, prima la testa, poi
le spalle –l’intera figura del robot emerse camminando verso la spiaggia.
Quando ebbe raggiunto la strada, si fermò. Pochi istanti dopo, uno sportello si
aprì nel piede. I Giustizieri uscirono alla luce del sole.
“Porca miseria!” esclamò Chemistro. “Ma hanno veramente usato una bomba nucleare!? Dio, mi sento ancora
come se Thor mi avesse preso a
pugni!”
“Un ordigno diverso, ma
equivalente in potenza,” disse la voce amplificata di Lucas, dalla testa del
robot. “Una piccola scappatoia, visto che la detenzione e l’uso di quelle
specifiche armi sono proibiti.”
“Vediamo
di concentrarci sulla missione,” disse Garolfo. “I localizzatori di Sabre, Tygur e Midnight Sun sono stati
isolati. Voglio i volatori in ricognizione ai quattro angoli di quest’isola
della malora. Gli altri si dirigano al villaggio, sperando di trovare quei tre
lì. Coraggio, gen—“ non finì la frase. Un attacco psichico di una potenza
inaudita aggredì lui e tutti i Giustizieri contemporaneamente! Prima ancora che
potessero accorgersene, tutti avevano perso completamente conoscenza..
“Guarda. E’ sveglio!”
“Come è possibile?”
“Chiama il padre!”
Le voci erano suoni ovattati
in mezzo ad una nebbia che minacciava di riportarlo nell’incoscienza.
Capitan Power aprì completamente
gli occhi. Se era svenuto, come mai stava dormendo in piedi..? “Oh.”
Era tenuto in piedi da una
ragnatela di…radici. Gli avvolgevano braccia e gambe in una morsa degna del più
solido metallo. Altre radici, dalle protuberanze simili a ventose, erano
fissate al suo torace, all’addome, al cranio… Non gli facevano male, ma aveva
la precisa sensazione che non fossero parte di una cura terapeutica!
E la cosa peggiore era che non
era il solo a trovarsi in quella situazione. Nella penombra della chiesa, fra
le pareti coperte di quegli osceni rampicanti, stavano i corpi di tutti i Giustizieri. Inclusi Tygur,
Sabre e Midnight Sun.
E tutti erano ancora
incoscienti…
“Bene bene bene! Quando me
l’hanno detto, non volevo crederci!”
L’eroe spostò lo sguardo verso
l’ingresso, dove si stagliava la figura di un prete di colore, dai capelli
appena brizzolati. Nel braccio destro reggeva una bibbia. Un grande crocefisso
d’oro pendeva dal suo collo. L’uomo non avrà avuto più di una cinquantina
d’anni. Stando al file sulla popolazione, si chiamava “Padre Alfonso Mirabile. Molto piacere, amico
mio.” Si avvicinò con un lieve frusciare della tonaca nera. “Ti chiedo scusa a
nome di tutto il villaggio per questa deplorevole situazione. Il tuo passaggio
entro l’essenza della nostra isola avrebbe dovuto avvenire senza consapevolezza.
E’ più facile, meno doloroso. E se stai soffrendo, figliolo, posso essere di
conforto.”
“Più che dolorante, mi
sento…debole. Cosa ci state facendo? Assorbite le nostre energie vitali?”
Il prete fece spallucce. “Se
così lo vuoi chiamare… Ma non siamo noi i responsabili, anche se siamo i
beneficiari del processo.”
“Cosa?”
Padre Mirabile si sedette su
una panca, facendola scricchiolare. Si guardò intorno, guardò verso il rosone
che lanciava getti di luce arcobaleno, innaturalmente vivaci in quell’ambiente
degradato. “Il beneficio principale è l’immortalità. Lo abbiamo provato. E’
stato un duro colpo per la mia fede, all’inizio: Dio ci ha mandato un ben
strano angelo custode, e che voi abbiate ucciso la sua prole con tanta…solerzia
ci ha seccato non poco. Se l’isola non avesse avuto bisogno di voi per il suo
nutrimento, vi avremmo uccisi.”
Cap non sapeva cosa pensare di
quel pazzoide con lo sguardo trasognato. “Facciamo finta che non sappia di cosa
lei stia parlando, padre. Che ne dice?”
“Ma certo. In fondo, sei il
primo che ancora riesca a resistere all’abbraccio della morte. Anche se le mie
pecorelle sono bravi fedeli, mi mancava un estraneo con cui parlare.
“Cominciò durante la stagione
delle piogge, circa nove anni fa. Ricevemmo acqua sufficiente per i nostri
raccolti, per le nostre riserve…e semi. Non ci accorgemmo della loro presenza,
se non quando due nostri concittadini scomparvero. All’inizio, pensammo fossero
andati su Hispaniola, poi tornarono… Ed erano cambiati. L’isola parlava
attraverso di loro. Ci disse di come un tempo i suoi semi erano appartenuti ad
un organismo più grande, più complesso, destinato all’eternità se non fosse
stato per l’intervento di un gruppo di mutanti.” Padre Mirabile ridacchiò.
“Ironico, non è vero? Scusami, ma devo essere preciso: vedi l’isola si nutre
delle energie e della vita dei super-esseri.
In particolare, di coloro il cui DNA sia stato modificato, vuoi da una
mutazione che da un incidente. A scuola prendevo dei buoni voti.
“Quei nostri due concittadini
erano mutanti. Due fratelli che diedero nuova vita ai semi con le loro energie.
Attraverso di loro, avemmo prova dell’immortalità che ci sarebbe stata data in
premio, se prima avessimo portato altro cibo all’isola. L’isola sognava di
tornare alla sua passata grandezza, cercava la rivalsa sui suoi persecutori,
che l’aggredirono in nome della loro paura del diverso. Molto anticristiano.
“Ma non c’era mai abbastanza
cibo, i pochi mutanti che riuscivamo a trovare servivano sia per nutrire
l’isola sia trasmettere a noi la sua essenza. Col tempo, infine, Dio ha
ascoltato le mie preghiere e ha fatto sì che l’isola…riducesse le sue
aspettative. Siamo diventati tutti un’unica cosa con essa, lasciando che
fossero il sole, gli animali e gli occasionali visitatori a darci forza.
“Poi, ci fu quel terremoto.
L’isola ne fu scossa fin nelle fondamenta, e noi avvertimmo il suo dolore. E
voi siete venuti per colpirci quando eravamo più vulnerabili…“
“In teoria, eravamo i
soccorsi…”
“…Ma non avete tenuto conto
delle nostre capacità di ripresa. Avete ucciso il nostro protettore, ma non
importa. Voi siete così ricchi di preziose energie da permetterci di crescere
più forti che mai. E di questo vi siamo grati.”
“E…dove sono gli altri?” la
voce di Capitan Power si era fatta più fievole, ora.
“Intendi le persone a bordo di
quel robot? Un campo di forza li protegge, ma loro possono aspettare. Con
voi*urk*” La lama d’oro, venata di nero, di una spada interruppe il suo discorso. Il prete osservò stupito per
qualche momento l’oggetto che gli spuntava dal torace.
Poi Dragoneer ritrasse la
spada. “Dunque, sei immortale.” Lo
disse senza alcuna sorpresa nella voce.
L’uomo sorrise come ad un
bambino lento a capire. “L’ho detto
figliolo… Ma m’interessa di più sapere come mai anche tu sia sfuggito
all’abbraccio dell’isola.”
“Capitano,” disse il guerriero
dorato, brandendo la spada in direzione del prete. “Sveglia Powerhouse. E’ il
solo modo per salvare gli altri.”
“Con piacere!” L’eroe fletté i
muscoli e con facilità strappò le radici che lo tenevano prigioniero! “Boo!”
fece al prete esterrefatto.
“No!” La voce di Padre
Mirabile, adesso, era diventata profonda, inumana. I suoi occhi brillarono di
energia. “Non te lo permetteremo! Non
aspetteremo ancora per un pasto come
questo!”
“Non che tu abbia molta
scelta, mostro!” Dragoneer sollevò la spada. La sagoma stessa di un grande
dragone nero sembrò stagliarsi intorno a lui, mentre rivolto al cielo, con la
voce di un tuono, urlò, “καταιγίδα
μετεωριτών!”
E il cielo rispose! Squarci spaventosi di nuvole sulfuree e
di fiamme diedero fuoco alla volta azzurra. Fulmini immani si scatenarono in un
vento rovente.
Poi piovvero le rocce
detriti di varie dimensioni, grandi come una valigia fino all’equivalente di un
TIR. Caddero come gocce di una pioggia infernale, devastante! Il villaggio fu
trasformato in pochi istanti in una zona di guerra, l’intera isola si coprì di
crateri fiammeggianti.
La superficie stessa dell’isola, squassata da quell’evento,
si piegò e si fletté come la cosa
viva che era! Le acque intorno ad essa ribollirono. Uno spaventoso ruggito
risuonò per tutta l’area.
Il ‘terremoto’ scosse il Groizer X, ancora protetto dal suo
Scudo Tachion. Il robot cadde sulla schiena.
“Ma per la mis…” Lucas riprese i sensi. Si sentiva come se
gli avessero cotto il cervello. Sarebbe volentieri tornato a dormire, ma
l’addestramento gli ordinò di fare diversamente. “Gente, sveglia! Abbiamo un
bel problema!”
Gli altri piloti uscirono dallo shock. Dopo avere effettuato
un check-up dei sistemi, Matt Slade osservò lo schermo. “Gesù, che cavolo è successo?”
Elsa aprì l’amplificatore. “Mr. Degli Abruzzi! Sta bene?”
Su una finestra, il Consigliere della Justice Inc. si mise in
ginocchio. Scosse la testa come se fosse appena uscito da una sonora sbornia.
“Sono stato meglio, Frau Bauer. Rapporto.. Ah.” In quel momento, realizzò la
distruzione intorno a lui. “Sembra che Dragoneer abbia usato i calibri
pesanti.”
“E’ stato lui?”
chiese Lucas mentre il robot si sollevava. “Be’, sono felice che sia dalla nostra parte.”
Il ruggito dell’isola scosse la chiesa fin nelle fondamenta.
Il legno scricchiolò pericolosamente. Le radici ebbero un fremito. Capitan
Power cercò di non pensare a tutto quello, mentre posava le mani sulle tempie
di Powerhouse. Le mani brillarono, e poco dopo Daniela Dante riprese
conoscenza, seppure a fatica. “Cosa…succede..?” guardò le radici che la
tenevano prigioniera e tentò inutilmente di fare forza.
“Succede che un organismo parassita vi sta derubando delle
energie vitali. Dovete riprenderle, e tu se la sola che può gestire il
processo, se mi permetterai di aiutarti.”
“Quello che vuoi…bellezza…” sorrise lei, debolmente. Poi
Capitan Power aprì la sua mente.
Le radici che tenevano il gruppo prigioniero si illuminarono
come filarie. L’energia rubata ai Giustizieri rifluì rapidamente verso di loro.
Poi, le costrizioni stesse avvizzirono, lasciando cadere gli otto eroi al
suolo.
“Confessati, padre, perché hai peccato!” ringhiò Dragoneer
afferrando l’uomo per il bavero. “Cosa intendevi per ‘attendere il prossimo
pasto’?”
“Esattamente questo,” disse l’isola attraverso quello che
ormai un simulacro senza volontà. “Questi poveri sciocchi sono serviti solo a
depistare i visitatori, ad attirarli a me perché me ne nutrissi. In cambio non
ho detto loro che quel misero cibo non è che un’integrazione per i veri pasti che mi vengono serviti
regolarmente. Cibo che, finora, mi è servito per costruirmi un corpo che avrei usato
per estendere il mio territorio di caccia. E voi lo avete distrutto! Ma non
importa, non mi lascerete.” Spostò lo sguardo sui vari superesseri che lo
circondavano, rabbiosi, pronti a tutto. “Siete voi ad essere circondati, idioti!”
Le radici che coprivano le pareti si mossero all’unisono
contro le loro prede! Il pavimento stesso esplose a rivelare nuovi viluppi
letali.
“Mi permetto di dissentire,” disse Dragoneer. Nei suoi occhi,
il ‘prete’ vide il drago nero spalancare la bocca fiammeggiante…
Accadde alla velocità con cui una bomba A distrugge una casa.
Prima le finestre e la porta esplosero vomitando torrenti di
fuoco. Poi le pareti si gonfiarono e i loro frammenti volarono via, trascinati
dal globo di fuoco. Il tetto sembrò volere assecondare la forza di gravità, poi
l’energia delle fiamme ebbe la meglio, polverizzandolo in una pioggia di
frammenti di legno carbonizzato. La campana di bronzo divenne una cometa di
metallo fuso, informe, che ricadde ad un centinaio di metri di distanza sul
tetto del municipio.
“Siamo ancora vivi..?” chiese Sabre, togliendosi il braccio
dagli occhi che era andato istintivamente a pararsi.
La chiesa era praticamente scomparsa, a parte la sagoma che
aveva lasciato nel suolo carbonizzato. Dei cittadini che si erano affollati
intorno all’edificio non erano rimasti che scheletri anneriti. Lingue di fuoco
lambivano la vegetazione circostante.
“Il potere degli antichi draghi è mistico,” disse Dragoneer. “Posso decidere chi deve esserne
consumato e chi no.” Strinse la mano, e il teschio carbonizzato di Padre
Mirabile si frantumò in una cascata cinerina. “Non molto immortale.”
“Credo che dovremmo occuparci di un problema maggiore, ora,”
disse Warwear. “Forse io ero a terra, ma non la mia armatura. Ha registrato la
conversazione di quel pazzo e l’ha confrontata con il database: quest’isola è…”
Una nuova scossa di terremoto quasi li fece cadere tutti a
terra.
Il suolo si gonfiò. La vegetazione fu sollevata insieme a tonnellate di terra e roccia, mentre emergeva un’immensa mano.
I Giustizieri
non poterono che guardare, mentre davanti a loro la superficie dell’isola
assumeva quella nuova, oscena conformazione, quella di una creatura che sarebbe
stata molto familiare agli X-Men
quando la combatterono anni addietro.
“…Krakoa,” concluse Warwear.